more than a cartoon

Ovini spaziali

Nel 1957 fu lanciata nello Spazio una cagnolina di nome Laika dentro a una capsula russa che però non ne prevedeva il rientro. Fu un esperimento che costò la vita a questa dolce creatura ignara del suo destino.
Oggi ci sono leggi che proteggono gli animali e se mai dovessero essere lanciati nello spazio ne viene garantito un sano rientro. E’ ciò che succede alla pecora del cartone animato “Sheep on Mars”.
Siamo ai giorni nostri, secolo XXI, epoca in cui all’uomo non basta più andare sulla Luna, ma vuole conquistare Marte per cercare un posto dove poter permettere ai miliardi di esseri umani che stanno invadendo la Terra causandone la sicura distruzione, di poter vivere in un altro luogo anche perché, escludendo catastrofi nucleari, a causa della progressione geometrica legata alla crescita del numero di esseri umani, presto non ci sarà più posto dove stare.
Pioniere di questo tentativo di cercare un luogo edificabile al di fuori dell’atmosfera terrestre è il miliardario Elon Musk con la sua agenzia spaziale SpaceX.
Ed è proprio lui a lanciare la pecora nello spazio affinché possa tornare alla base e riferire ciò che ha visto per dare speranza all’umanità.
Ma Elon è attento alla salute degli animali ed essendo molto all’avanguardia nella costruzione di missili spaziali, sa che la pecora starà bene e tornerà da lui.
Quindi manda un furgone della NASA con la quale SpaceX collabora, a prelevare un esemplare sano di ovino e a metterlo su di un missile che si chiama proprio LON-E.X, anagramma del suo nome con l’aggiunta finale della X come in SpaceX (e visto come Elon ha chiamato suo figlio, X Æ A-12, tale nome per un missile appare adeguato).

 

ALERT SPOILER !!!

In questo lungo viaggio tra l’oscurità dello spazio alla pecora è concesso di essere accompagnata dall’indimenticabile canzone di David Bowie “Space oddity” (1969) già nota durante il primo lancio umano verso la Luna del 1969. Ma anche una piacevole musica classica alla “2001 – Odissea nello spazio” (1968) di S. Kubrick culla l’ovino in un ambiente angusto e privo di gravità che però permette una spettacolare visione dell’Universo dall’oblò.
Il missile arriva sul Pianeta Rosso atterrando in un modo che ricorda “Le Voyage dans la lune” (1902) di Méliès, simbolo della primordiale ricerca dell’ignoto da parte dell’uomo.
Ma su Marte ci sono degli abitanti che, come farebbero gli esseri umani nei confronti di un extraterrestre, vorrebbero esaminare il nuovo ospite.
Sono marziani benevoli perché rispediscono la pecora incolume sulla Terra.
Accompagnata ancora dalla canzone di Bowie anche se non sarebbe di buon auspicio in quanto alla fine il Major Tom del testo si perde nello Spazio, la pecora viene lasciata nella fattoria dove era stata prelevata, ma qualcosa è cambiato in lei. Un viaggio così non può non provocare dei cambiamenti in chi lo fa. Vedere la Terra da lontano, così piccola e piena di caos fa effettivamente riflettere.
Gli uccellini spettatori di tutto ciò notano questo cambiamento ma non lo accettano e deridono la pecora ormai spoglia di tutte quelle inutili paranoie e giudizi di cui sono pieni i terrestri.
Chi ha invece imparato dal “diverso” sono i marziani, esseri di un altro mondo che evidentemente hanno una mentalità più aperta alla novità, sono più curiosi ma sopratutto rispettosi dell’altro e per questo isolati su un altro Pianeta lontano dalla Terra e riscaldati dal sapere (la lana) che la pecora ha lasciato loro.

“…fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” (D. Alighieri)